Nel variegato mondo del marketing e del copywriting si tende spesso a vedere certi accostamenti come azzardati.
Eppure, è importante ricordare che le conoscenze legate a questi ambiti non sono suddivise in compartimenti stagni: le idee e i metodi di un campo possono essere facilmente traslati in un altro.
Anzi, è proprio così che nascono così connessioni inaspettate e sorprendenti.
Ma cosa c’entra ciò che ti sto dicendo con il copywriting, ti starai chiedendo?
Oggi voglio unire due mondi apparentemente lontani, ma che realmente non lo sono poi così tanto: cinema horror e marketing. Nel dettaglio, cosa può insegnare il cinema horror a un copywriter?
In questo articolo esploreremo insieme come le tecniche utilizzate per coinvolgere e spaventare lo spettatore possano essere applicate al copywriting.
Prima di partire, vorrei soffermarmi su uno degli aspetti più interessanti: la ricerca di emozioni forti. L’individuo è attratto istintivamente da ciò che non comprende e che può spaventarlo. È proprio questa tensione a generare quel fascino misterioso che, nel cinema horror, riesce a catturare l’attenzione e a lasciare il segno.
Scopriremo insieme come questo stesso principio possa essere sfruttato anche nella scrittura persuasiva. Siete pronti?
Indice
L’importanza dello storytelling nell’horror e nel marketing
Lo storytelling nel cinema horror e nel marketing hanno molto più in comune di quanto si possa pensare. Entrambi fanno affidamento su tecniche narrative molto simili per suscitare emozioni forti e creare un legame emotivo con il pubblico.
Nel marketing, lo scopo principale dello storytelling è far sì che le persone si connettano emotivamente con il brand o il prodotto. Se riesci a raccontare una storia che tocca i sentimenti, i desideri o le paure delle persone, è più probabile che queste ultime scelgano di comprare ciò che stai promuovendo. Le storie che raccontano un percorso, una sfida o una trasformazione possono essere molto potenti.
Nel cinema horror, la connessione emotiva è fondamentale per il coinvolgimento. Ma in questo caso, si tratta di un tipo diverso di emozione: la paura. I film horror riescono a farci sentire vulnerabili e lo fanno grazie a un’intensa costruzione emotiva. La tensione cresce man mano che la storia si sviluppa, e ogni scena contribuisce a farci sentire più vicini alla vittima o al protagonista, aumentando l’intensità del terrore.
La sospensione dell’incredulità e l’effetto sorpresa: tecniche comuni tra horror e copywriting
La sospensione della realtà e l’effetto sorpresa sono due tecniche che, sebbene utilizzate in contesti differenti, presentano sorprendenti somiglianze nell’uso che se ne fa nell’ horror e nel copywriting.
Nel cinema horror la sospensione dell’incredulità è fondamentale per immergere il pubblico in un mondo di tensione e inquietudine, dove il confine tra ciò che è reale e ciò che è immaginato si sfuma.
Allo stesso modo, nel copywriting si crea una sospensione della realtà per attrarre l’attenzione del lettore.
L’effetto sorpresa gioca un ruolo cruciale in entrambi i casi: nell’horror, un colpo di scena inaspettato aumenta il senso di paura e ansia, nel copywriting un’idea innovativa o provocatoria può stimolare il desiderio di scoprire di più di ciò che sta venendo pubblicizzato.
Il magnetismo di horror e pubblicità: come l’inquietudine cattura l’attenzione
Il senso di inquietudine è un elemento che può essere sfruttato tanto nell’horror quanto nella scrittura pubblicitaria, perché è in grado di catturare immediatamente l’attenzione e di coinvolgere il pubblico a un livello profondo.
Se pensiamo ai film horror è evidente come il brivido sia progettato per tenere lo spettatore incollato alla poltrona, alimentando la suspense e la paura fino all’ultimo istante.
Questa stessa tecnica viene ripresa nel copywriting, dove la scrittura per il web gioca spesso con l’inquietudine per suscitare una reazione immediata. Quando un annuncio o una campagna pubblicitaria mette in gioco un’emozione intensa o un mistero irrisolto, stimola la curiosità del lettore, spingendolo a voler scoprire cosa c’è dietro.
La paura, se dosata con intelligenza, rende il messaggio più intrigante, incuriosendo l’utente e inducendolo a interagire con il contenuto.
L’utilizzo degli archetipi nella creazione di buyer personas: parallelismi tra horror e copywriting
Quando si parla di buyer personas molti pensano subito a schemi, statistiche e analisi demografiche, ma c’è una base vecchia come il mondo che puoi sfruttare per crearle: gli archetipi dei personaggi della narrativa.
Nei film horror, in particolare, i personaggi sono estremamente simili agli archetipi a cui si ispirano. Ogni personaggio ha una sua specifica corrispondenza, un ruolo facilmente identificabile, che suscita nel pubblico una reazione istintiva.
Allo stesso modo nel copywriting, quando costruisci una buyer persona, il tuo obiettivo è quello di fare un identikit e pensare a quali sentimenti vuoi che il tuo pubblico provi. Utilizzare questi archetipi nel copywriting significa costruire messaggi capaci di parlare a persone diverse tra loro.
In sostanza, un mix tra psicologia, storytelling e un po’ di suspense può rendere il tuo copy irresistibile e coinvolgente.
Conclusione
In conclusione, sia nell’horror che nel copywriting, l’obiettivo è evocare emozioni forti e indimenticabili, anche se con fini diversi.
Che si tratti di spaventare o di convincere, il segreto sta nel creare suspense, mantenere alta l’attenzione e saper colpire nel momento giusto.
Insomma, tra colpi di scena e parole ben scelte, l’arte di intrattenere e catturare il pubblico è un gioco di nervi che richiede precisione, creatività e, soprattutto, un pizzico di audacia.